Introduzione alla bioarchitettura

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IL terreno di costruzione, l’orientamento,la geobiologia e i campi elettromagnetici - I materiali di costruzione - Il clima ambientale - I vari possibili inquinamenti - La luce naturale e artificiale- La cromoterapia- Il Feng Shui:i dettami della casa orientale, la comprensione del nostro corpo di vivere in armonia con l’ambiente,ecc.; stiamo parlando di bioarchitettura. L’etimologia dei neologismi - “architettura biologica” - “bioarchitettura” - “bioedilizia” possono far credere che tali termini si riferiscono a settori ben definiti e specialistici dell’architettura e del costruire; e’ invece la presenza di vivibilita’, in una EDILIZIA giustificatamente ritenuta “malata”,che il suffisso  BIO vuole riscattare e rilanciare un sano stile di vita. Quindi costruzioni interagenti con l’uomo, quasi organismi viventi. La componente “ecologica” esprime invece la necessita’ che l’architettura  generi spazi chiusi che sappiano trovare l’equilibrio con l’ambiente   che li circonda e che in  conseguenza vanno a modificare. E’ necessaria quindi una basilare e totale rilettura dell’architettura stessa; originando ricerche fortemente interconnesse ed  interdisciplinari. Bisogna pensare di rifondare, nel senso piu’ letterale della parola, l’architettura; risulta a tutt’oggi amara la considerazione che ancora ben pochi “addetti ai lavori”vengano sfiorati o colpiti dal dubbio che alla base della crisi che investe il settore edilizio sotto il profilo ambientale vi sia proprio lo stato di fatto che quasi nessuno veda la necessita’ prioritaria di lavorare per l’uomo e per la sua salute psicofisica ambientale. Ci si dimentica troppo spesso di incanalare il proprio percorso di ricerca professionale, tecnologico, culturale e progettuale, verso la garanzia di un ambiente vivibile dall’uomo d’oggi e delle generazioni future. Venire a contatto con la bioarchitettura e’ quindi eticamente piu’ che  giustificato ed emerge la necessita’ di riconoscere un percorso di studio e ricerca culturale e tecnica ancora in parte sconosciuto.Tutti i termini sopracitati non sono totalmente rappresentativi della complessita’ delle interazioni che sono possibili quando si parla di una architettura al servizio della vita.

Si potrebbe quindi parlare di architettura naturalista.
L’ambizione, dopo la sua lettura e comprensione di quanto sopra, e’ di poter tornare in breve tempo a parlare solo di architettura. La maggior parte del nostro progresso si e’ dimostrato un fallimento a riguardo del vivere se non con la natura vicino ad essa ed ai suoi vantaggi. Non viviamo piu’ nel ciclo naturale del tempo, ma nel ciclo artificiale del lavoro. In campagna si vive un rapporto con la natura che scandisce con unica certezza il nostro modo di trascorrere il tempo. Nella citta’ siamo assoggettati dai cicli di lavoro; diversi per tipo, livello e leggi proprie. L’ambiente chiuso e’ il luogo nel quale trascorriamo la maggior parte della nostra vita. Come migliorarla? Accorgersi che le emozioni pure si trovano nelle cose piu’ semplici e che l’ispirazione del buon vivere viene dal dominio della tecnica. Spesso i desideri di un uomo sono molto piu’ vicini di quello che sembra.